“So solo una cosa:di non sapere niente”
(Socrate)
Cari amici,
Il post di oggi è un po’ diverso dal solito, poiché parlerò dei motivi che mi hanno spinto a studiare la lingua italiana (e grazie a chi), anche se – come tanti di voi – non sono discendente d’italiani. Perché vi scrivo queste parole? Stamattina, mentre cercavo dei video musicali per i nuovi post, mi si sono trovata davanti a un video di un cantautore molto speciale per me – ormai passato a miglior vita – chiamato Renato Russo, che fu, per così dire, il responsabile della mia scelta di studiare la lingua italiana, nel lontano 1995.
Renato Russo – nome artistico di Renato Manfredini Júnior (Rio de Janeiro, 27 marzo 1960 – Rio de Janeiro, 11 ottobre 1996) fu un cantautore, musicista, compositore brasiliano, fondatore e leader della banda “Legião Urbana”, sciolta subito dopo la sua morte. Lui fu l’idolo della mia generazione, un cantante che ci stava veramente a cuore, un poeta che trasformava tutti i nostri sogni, le nostre paure e i problemi sociali dell’epoca in poesia cantata. La sua discografia vastissima fu influenzata da band come The Rolling Stones, The Beatles e cantanti come John Lennon, Robert Smith, e molti altri.
Nel 1995, Renato incise, con la sua band, un cd di canzoni italiane famose chiamato “Equilibrio distante” che vendette più di 1 milione di copie in pochi mesi. Non c’è bisogno di dire che lo comprai subito e, sinceramente, non so come non lo perforai: lo sentivo almeno tre volte al giorno! Le canzoni erano bellissime e la sua interpretazione perfetta, e più lo ascoltavo più m’innamoravo della lingua italiana, della sua sonorità, della sua cadenza. Renato fece una cosa speciale poiché, non conoscendo la lingua italiana – nonostante fosse discendente -, dovette impararla foneticamente, e il risultato fu davvero incredibile: il modo come capiva le emozioni di quello che cantava era completo e profondo, grazie, sicuramente, al periodo che passò in Italia a scegliere il repertorio per il CD e a scoprire la cultura italiana in loco. Io credo che le emozioni presenti nelle parole di queste canzoni e nell’interpretazione di Renato siano le stesse che sentiamo tutti noi, che dedichiamo la nostra vita e la nostra anima a imparare questa dolce lingua.
L’album Equilibrio distante include brani tali come Dolcissima Maria della Band progressiva Premiata Forneria Marconi, Strani amori e La Solitudine, di Laura Pausini, quando lei non era ancora conosciuta in Brasile, oltre la versione di “Como uma onda” (Come fa un’onda), di Lulu Santos e Nelson Motta e tanti altri.
(Copertina del CD)
Pochi mesi dopo, m’iscrissi all’università di lettere/lingue portoghese-italiano – in Brasile studiamo la nostra lingua e un’altra straniera per quattro anni. La scelta sembrava incosciente, ma sicuramente una parte di me ormai era stata sedotta dalla lingua di Dante e di tanti altri scrittori e poeti che ho avuto modo di conoscere durante gli anni dell’università e anche dopo, perché non ho mai smesso di studiare l’italiano!
E mentre scrivo questo post, penso a tutti voi che mi state leggendo adesso, penso ai vostri commenti, alla vostra ansia di imparare bene la lingua italiana e perché mai avete deciso di studiarla. Penso anche a me stessa ai primi anni di università, quando ancora ero alle prese con le sue regole sintattiche, fonetiche e grammaticali. Qualcuno di voi mi ha chiesto, in questi giorni, come si fa a diventare un bravo insegnate d’italiano. Che cosa potrei dirvi? Prima di tutto ci vuole tanta passione, ma anche tanta dedizione e impegno; dobbiamo essere coscienti che non si finisce mai di imparare e che non saremo mai così bravi da non sbagliare: ci vuole umiltà.
Ho scelto per voi una delle canzoni più conosciute che fa parte del cd Equilibrio Distante, chiamata Strani amori, che sicuramente avrete già sentito. Buon ascolto!
Strani amori
Mi dispiace devo andare via
Ma sapevo che era una bugia
Quanto tempo perso dietro a lui
Che promette poi non cambia mai
Strani amori mettono nei guai
Ma in realtà siamo noi
E lo aspetti ad un telefono
Litigando che sia libero
Con il cuore nello stomaco
Un gomitolo nell’angolo
Lì da sola dentro un brivido
Ma perché lui non c’è, e sono
Strani amori che fanno crescere
E sorridere tra le lacrime
Quante pagine, lì da scrivere
Sogni e lividi da dividere
Sono amori che spesso a quest’età
Si confondono dentro a quest’anima
Che s’interroga senza decidere
Se è un amore che fa per noi
E quante notti perse a piangere
Rileggendo quelle lettere
Che non riesci più a buttare via
Dal labirinto della nostalgia
Grandi amori che finiscono
Ma perché restano, nel cuore
Strani amori che vanno e vengono
Nei pensieri che li nascondono
Storie vere che ci appartengono
Ma si lasciano come noi
Strani amori fragili
Prigionieri liberi
Strani amori mettono nei guai
Ma in realtà siamo noi
Strani amori fragili
Prigionieri liberi
Strani amori che non sanno vivere
E si perdono dentro noi
Mi dispiace devo andare via
Questa volta l’ho promesso a me
Perché ho voglia di un amore vero
Senza te
Grazie di aver letto queste parole, mi auguro di cuore che non desistiate mai di imparare questa meravigliosa lingua (o altre), nonostante tutte le difficoltà. Non ve la prendete con i vostri sbagli e non cercate la perfezione, poiché, nella vita, come ho detto prima, non si finisce mai d’imparare. Infatti, Socrate – filoso grego antico, il più grande esponente della tradizione filosofica occidentale -, sostenne per tutti gli anni della sua vita che sapeva “solo una cosa: di non sapere niente“.
Claudia V. Lopes
Arrivederci e buono studio d’italiano a tutti!
Un brano molto bello. Uno dei primi successi di Laura Pausini, Laura ha partecipato con questo pezzo al Festival di Sanremo nel 1994, classificandosi al terzo posto.
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Ciao, Mario! Hai ragione quando dici che è un brano molto bello. Dopo più di 20 anni, ancora mi emoziono quando vedo l’interpretazione di Renato Russo, è difficile trattenere le lacrime.
Un caro saluto e a presto!
Claudia
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