Il Ratto di Proserpina è una scultura (o gruppo scultoreo) di Gian Lorenzo Bernini (1598 – 1680), considerato uno dei più grandi artisti del XVII secolo, esposta nella Galleria Borghese di Roma. In realtà, l’opera d’arte in questione fa parte dello stesso gruppo di opere che comprende anche “Apollo e Dafne”, “Enea e Anchise” e il “David“, realizzate da Bernini – a quell’epoca poco più che ventenne – per il cardinale Scipione Borghese, collezionista d’arte, nipote di papa Paolo V.
L’opera – capolavoro della scultura barocca – ritrae il momento esatto in cui Plutone, signore degli inferi, rapisce Proserpina, figlia di Giove e Cerere, per farla divenire sua sposa. Cerere, dea dei messi, amareggiata dal dolore, decide di ritirarsi in solitudine, provocando una grave carestia sulla terra, che porta fame e miseria ovunque. Giove, però, cerca di rimediare alla situazione e trova un accordo tra Cerere e Plutone: Proserpina avrebbe dovuto trascorrere sei mesi all’anno con la madre, favorendo, così, l’abbondanza dei raccolti; i restanti dei mesi – precisamente quelli invernali -, la fanciulla sarebbe rimasta con Plutone nell’Ade. La storia di Proserpina è sovente intesa come simbolo dell’infelicità coniugale, la storia di un amore non corrisposto e non voluto.
Il vocabolo “ade” proviene dal greco antico Ἅιδης, Hádēs, che identifica il regno della anime greche e romane, chiamato anche “Orco” e “Averno”.
In questo capolavoro dell’arte italiana, Bernini crea un movimento “dinamico tra la forza avvolgente di Plutone e quella respingente di Proserpina”, realizzando un effetto particolare, poiché sembra che tutta la scultura si muova davanti ai nostri occhi. Le forze si contrappongano e si dirigono verso lati apposti. I corpi, seminudi, formano due semicerchi. Ai piedi, lo scettro di due punte. Cerbero, il cane a tre teste (nella mitologia, rappresenta uno dei mostri che facevano la guardia all’ingresso degli inferi su cui regnava il dio Ade), funge da supporto a tutta la scultura.
Bernini trae spunto dalle Metamorfosi di Ovidio per creare la sua opera, poema epico-mitologico incentrato sul fenomeno della metamorfosi, tema che ha una lunghissima storia nella letteratura, mitologia e folklore.
Alla base del gruppo marmoreo, ci sono dei versi latini che gli storici ritengono siano stati pronunciati da Proserpina, la quale allertava sull’infermità dei fiori sulla Terra.
Adesso guarda il video con tutti i dettagli dell’opera!
Arrivederci e buono studio!
Claudia V. Lopes
Se il post vi è piaciuto, fatecelo sapere nei commenti!
mi é piaciuto il vidio e amche l articulo molto interessante vi ringrazio
Caro José,
Grazie di cuore della tua presenza costante su questa pagina.
Un caro saluto 🙂
Grazie di tutto. Siete molto utile a quelli che studiano l’italiano. Mi è piaciuto tantissimo.
Cara Silvana,
Grazie a te di aver letto il nostro post.
un caro saluto e a presto!
Amei, amiga! Estou acompanhando tudo, embora nem sempre comente. Trabalho belíssimo! Parabéns!
Minha irmã querida, quantas saudades!!!
🙂
Bellissimo!!. Tante parole da imparare.Auguri,
Grazie Devanir! Anche noi di Affresco impariamo tantissimo da voi.
Claudia Lopes
Cara Claudia, mi rallegro molto per aver trovato il tuo post, è interesantissimo e tu sei molto carina. Sul ratto di Proserpina, penso che sia una delle più belle sculture, grazie per tutta l’infirmazione e il video.
Cara Susana, sono lusingata dalle tue parole. Grazie di cuore <3
Dopo le vacanze, ci saranno altri post che riguardano l'arte in generale. Quindi torna sempre che vuoi e puoi!
Un caro saluto e a presto:)