Qua e qui – qual è la differenza?

Ciao a tutti!

Due settimane fa abbiamo studiato gli avverbi  “là” e “lì”. Oggi cercheremo di capire come e quando usare i loro antonimi “qua” e “qui”. Così come “là” e lì”, anche tra i nostri protagonisti di oggi  riscontriamo una sottilissima differenza: “qua” si riferisce a un luogo più indeterminato rispetto a “qui”, anche se spesso sono usati l’uno al posto dell’altro.

Pertanto, ho fatto una piccola ricerca sui dizionari che ho a casa e sulla rete, cercando di confrontare alcuni usi ed esempi, in modo da capire quando sono sinonimi e quando devono essere usati distintamente. Quindi occhio alle tabelle!

qua-e-qui-qual-e-la-differenza_1

Riguardo alla tabella sottostante, se volessimo essere precisi nel nostro giudizio, potremmo dire che le differenze sono davvero sottili. Tuttavia, come studiosa della lingua italiana, capisco che “venite qua!” ha una sfumatura un po’ più generica nei confronti di “venite qui”, dove “qui!” equivale a “vicino a me”.

Adesso confrontiamo le altre due tabelle:

presentazione-standard4

In alcune espressioni familiari troviamo “qua” e “là” insieme: “chiama sempre mamma qua, mamma là; dice che è pieno di preoccupazioni, che non ha soldi, e qua e là, e tante altre cose del genere.”

presentazione-standard6

Insomma, leggendo tutti gli esempi e confrontandoli a uno a uno, mi viene spontaneo da dire che “qua” è quasi un dintorno di “qui”, anche se entrambi indicano vicinanza a chi parla. Faccio un esempio: “che freddo che fa qui” (magari vicino a una finestra piena di spifferi), “che freddo che fa qua” (in questa stanza, cucina, soggiorno, ecc.).

Stabilire quando usare l’uno o l’altro non è mica semplice, vero? Credo che abbia anche a che fare con dei fattori emotivi, perché “qui”, a mio vedere, indica qualcosa che mi sta veramente vicino, anche emozionalmente, qualcosa/qualcuno che posso toccare. Invece “qua” non mi dà assolutamente quest’idea. Voi cosa ne pensate? Sarebbe veramente carino avere un vostro parere, soprattutto se siete italiani.

Arrivederci e buono studio!

Claudia Valeria Lopes

Se il post vi è piaciuto, fatecelo sapere nei commenti!

Pubblicato da Cláudia Valéria Lopes

Cláudia Valéria Lopes è nata a Rio de Janeiro, Brasile. Nel 2001 si laureò in Lingue straniere (portoghese e italiano) presso l’UFRJ – Universidade Federal do Rio de Janeiro. È traduttrice e insegnante di portoghese e italiano. Ha vissuto in Italia per sette anni, periodo in cui ha potuto approfondire le sue conoscenze della lingua italiana e dare continuità ai suoi studi. Ha lavorato per due anni come lettrice di lingua portoghese (norma brasiliana ed europea) presso l’Università degli Studi di Bari. Dal 2009 vive in Svizzera, dove lavora nel campo dell’e-learning, traduttrice (le sue lingue di lavoro sono: portoghese, italiano, inglese e tedesco) e insegnante di portoghese e italiano. Claudia è fondatrice, amministratrice e redattrice del Blog, della pagina Facebook di Affresco della Lingua Italiana e del canale Youtube. Nel 2021 ha conseguito un master in Didattica della Lingua Italiana come lingua seconda presso l'università E-Campus.

52 pensieri riguardo “Qua e qui – qual è la differenza?

  1. Ciao,
    discussione interessante, molti studenti mi pongono questa domanda.
    Piu’ o meno sono giunto alle stesse conclusioni. Mi sembra che qui dia una sensazione di maggiore vicinanza e quindi contatto.
    Per esempio se dico a un bambino: “vieni qua” significa “vieni vicino a me”.
    “Vieni qui” mi immagino che il bambino mi dia la mano o addirittura mi abbracci.

    1. Dario, che bello che qualcuno abbia voglia di scambiare delle impressioni riguardo a questi punti semantici “complessi”. Sei italiano, vero? Sei anche iscritto alla pagina FB di Affresco?
      Un caro saluto!

  2. Muito bom o tema. Aproveitei e me alonguei um pouquinho mais, já que entre uma pesquisa e outra, apareceram aqui dois priminhos dos tais, o quaggiù e o quassù. Obrigado Claudia Lopes.

      1. Ciao Claudia. Credo che la terza persona singolare dell’indicativo presente del verbo dare mantenga l’accento obbligatorio.
        Saluti

      1. Giu. Tar., grazie del commento!
        Ci sono altri monosillabi accentati in italiano per evitare la possibile confusione con omonimi: da (prep.) e dà (verb. dare), ì (avverbio di luogo) e li (pronome), ecc. La mia confusione è nata dal fatto che ho letto da qualche parte che l’accento su “dà” del verbo dare era facoltativo, ma a quanto pare non lo è.
        Un caro saluto!

      2. Un saluto anche a te. Da ricordare anche le discussioni durante il perdiodo del dopoguerra, e anche durante, sulla forma del verbo avere. Utilizzare “à” e “ò” o “ha” “ho”, poi alla fine prevalse la forma con “l’h”. Non sapevo che non fosse facoltativo anzi, come ho già scritto, lessi che c’era la regola sui monosillabi che rendeva il “sì” l’unico che può essere accentato, ma ho controllato sull’encicloedia Treccani e a quanto pare la lista è abbastanza lunga. In effetti ai tempi in cui lessi di questa regola mi venne più di un dubbio poichè ci sono nomi propri, oltre alle coniugazioni dei verbi, che sono monosillabi e che vanno accentati, tè, la famosa benda, ne è il massimo esempio.

      3. Giu, grazie del tuo commento. Sì, la lista è piuttosto lunga. Magari più avanti faccio qualche post per affrontare questo argomento. Oggi spero di riuscire a pubblicare il secondo post sulla punteggiatura. Un caro saluto e a presto!

      4. Giu. Tar! Grazie di cuore di leggere i miei post, li faccio per voi e per me, poiché è un modo di continuare a studiare e di dividere la mia conoscenza con gli altri. Di dove sei esattamente? Dove sei nato/a? Non capisco se sei un uomo o una donna. Un abbraccio!

      5. Un abbraccio anche a te!
        Abito in Puglia dove sono anche nato. Sto per compiere dicianove anni e fin da piccolo sono sempre stato interessato alle lingua di tutte le culture umane. La lingua è un sistme che permette di esprimerci perciò, per me, è molto importante. Voglio fare lo scrittore, sto scrivendo molti romanzi ultimamente anche se non gli ho ancora finiti perciò ti renderai conto di quanto per me sia fondamentale la communicazione. Tu invece sei una professoressa d’italiano o simile?
        Ti chiedo venia per il fatto di risponderti sempre molti giorni dopo.

      6. Giu (non so come ti chiami, forse Giuseppe), sì sono un’insegnante di lingua italiana e portoghese. Ti sarai già accorto che sono straniera, vero? Sono nata a Rio e per 7 anni ho vissuto in provincia di Lecce, quindi sono quasi pugliese/salentina. Mi fa tanto piacere che gli italiani frequentino questo pagina, per me è un vero onore. Quindi ti piace la scrittura? Quale genere di libri scrivi? Non ti preoccupare se non riesci sempre a rispondermi, so bene com’è la vita delle persone. A proposito, domani andiamo in Italia (Lecce) per una settimana, mio marito è salentino. Ti auguro tante belle cose. Un abbraccio!

      7. Soltanto ora me ne rendo conto ahahah, in effetti dal cognome si capisce anche se il tuo nome trae in inganno ahahah. A me non piace confinare le opere che scrivo in uno o più generi poichè in essi opero sincretismi di varia natura. Però se dovessi proprio farlo li qualificherei come Fantascientifici però, riscrivo, sarebbe riduttivo e impreciso. I temi che maggiormente affronto sono il comportamento sociale e il significato dell’esistenza umana sotto tutti i punti di vista.
        Lecce è una splendida città, mio padre ci ha lavorato come infermiere finoa due anni fa per quattro anni, tutta la zona del Salento secondo me è magnifica.
        Il mio nome è Giuliano.

      8. Caro Giuliano, scusami la risposta in ritardo, sono in vacanza e non sempre riesco a dedicarmi alla pagina. Riguardo ai tuoi libri, non li hai mai proposti ad una casa editrice? Sarebbe bello se gli altri potessero leggerli.
        Il Salento è anche casa mia <3
        Un abbraccio e a presto!
        Claudia

      9. È ciò che devo fare. Li sto ancora ultimando. Entro questi due tre anni devo farcela, ho molti impegni in questo periodo. Quando li pubblicherò, se t’interessa, ti farò sapere.
        Un saluto e buone vacanze!!

  3. Ciao, Stefano! Avevi assolutamente ragione. Non avevo capito esattamente a che cosa ti riferivi. Come ho detto, ero in vacanza e non sono riuscita a rileggere tutto il testo. Ero convinta che non fosse più obbligatorio l’uso dell’accento in questo caso. Adesso mi rimane il dubbio: dov’è che ho letto questa informazione? Perché ho ancora presente il ricordo di averla letta da qualche parte.
    Un caro saluto e grazie del tuo aiuto.
    Claudia

  4. Buona sera, professoressa Claudia. Mi scusi, ma chi è Lei? Italiana? Io sono brasiliano e vivo a Piracicaba – São Paulo. Tutta la mia famiglia è oriunda di Adria – Rovigo. Il Suo lavoro è molto bello, complimenti! MI è davvero piaciuto. Cordiali saluti e buona notte

    1. Ciao, Tadeu! Io sono italo-brasiliana (ho avuto la cittadinanza per matrimonio), nata a Rio. Grazie del tuo messaggio e scusami tanto se non ti ho risposto prima. Sarò in vacanza fino al 20 agosto. Conosci anche la pagina Facebook di Affresco?
      Un abbraccio!

  5. Buona sera, Claudia.
    Volevo fare i miei complimenti per il suo lavoro, ma direi passione. Tanta informazione e bibliografia utili. Sono di madrelingua russa e ho dei problemi con gli articoli. Potrebbe consigliarmi un lavoro di ricerca per capire meglio la natura e la funzione di questo parte del discorso.
    Grazie in anticipo, Saulè

      1. Articoli in generali…. Per questo motivo cerco “una spiegazione” un po’ approfondita.

  6. Buongiorno, sono contento del suo atteggiamento nei confronti della lingua italiana.
    Quello che mi stupisce un po’, nelle sue risposte, e nelle richieste, su dubbi e perplessità linguistiche, che a volte riceve, è la ovvietà implicita: esistono libri di grammatica.
    Capisco il piacere di fare una “chiacchierata”; temo però, di più, che possano passare inesattezze.
    Non me ne voglia (se può).

    1. Ciao Umberto! Non ho capito molto bene il tenore delle sue parole. Come avrà capito, ciò che faccio qui è un lavoro del tutto volontario il cui scopo principale è aiutare gli studenti stranieri che hanno deciso di studiare questa bellissima lingua. In realtà, cerco di lavorare sui dubbi che ho avuto in passato (e che ancora ho) e sui dubbi dei ragazzi, così non smetterò mai di studiare e di aiutare gli altri. Certo, ci sono i libri di grammatica, ma ciò che conta per me è aiutare. Qualora abbia visto qualche imprecisione nel post, la prego gentilmente di farmela presente.
      Un caro saluto.
      Claudia

    1. Ciao, Sergio! Grazie del messaggio. Come lo diresti, allora? Comunque, ho riscontrato questa struttura anche in alcuni libri. C’è anche una canzone di Negramaro che s’intitola “SE IO TI TENGO QUI”.
      Un abbraccio!

  7. Gli esempi sono intercambiabili, tutto l’articolo secondo me si basa su un errore di valutazione. L’unica cosa che conta è l’eufonia, ed in particolare la “musica” formata dalle vocali:
    Vieni qui = vieni qua.
    Ma, se ci sono troppe A:
    Vieni qui dA me
    è preferibile a:
    Vieni quA dA me.
    Il resto sono deduzioni che tra l’altro non sono state scritte nei dizionari consultati (nella definizione) ma dedotti dagli esempi senza considerare l’eufonia.
    Ancora:
    Ho preso una botta qui = Ho preso una botta qua.
    Però:
    Ho preso una botta quI sul brAccio
    è preferibile a
    Ho preso una botta quA sul brAccio.
    In alcuni casi è meglio avere vocali vicine uguali, in altri no.
    Qui finisce per una vocale più chiusa e può dare impressione di una maggiore precisione, ma non così tanto da creare una regola in cui si possa segnare come errore l’uso dell’una o l’altra parola

    1. Ciao Francesco! Grazie del commento. Ciò che chiami di errore di valutazione è stato semplicemente il mio approccio (da straniera) riguardo a quest’argomento. Adesso non mi ricordo ma, quando ho scritto quest’articolo, mi sono basata su due testi che ho trovato, se non erro, sul sito della Accademia della Crusca. Ho anche usato i dizionari che ho a casa, nonché quelli online. Ovviamente, il tuo approccio è molto interessante e credo che possa aiutare tantissimo per quanto riguarda la scelta di uno a scapito dell’altro.
      Ti auguro una bellissima giornata.

  8. Personalmente, a parte tutte le considerazioni, anche giuste, ho l’impressione che in molti casi ci possa essere una differenza nella scelta, dettata anche dalla posizione di chi parla ripetto a chi ascolta. Qui aggiungo alcuni riferimenti dai quali si intuiscono le posizioni:
    “Venite tutti qua; tu però mettiti lì. Voi due spostatevi più in là, insieme con coloro che erano prima qui. Eccoci tutti qua. Io e te, da qui ascolteremo meglio chi è là. Ma voi da lì, alzate un po’ il tono di voce: qui non si sente così chiaro.”
    E comunque complimenti, e da italiano, un grazie per la tua passione verso la nostra lingua.

Rispondi

%d blogger hanno fatto clic su Mi Piace per questo: