Sul vocabolo “roba”

Ciao a tutti!

Chi studia la lingua italiana si rende subito conto che ci sono dei vocaboli usati spesso dagli italiani che fungono da veri e propri jolly (nel senso che sostituisco tanti altri, anche più corretti dal punto di vista lessicale). Il vocabolo “roba”, per esempio, è uno di quelli che va messo un po’ dappertutto, assumendo svariati significati e funzioni, soprattutto nei discorsi più informali.

Campana, Natale, Bronzo, Rame, JingleRoba, in realtà, era la merce di contrabbando. In ladino e provenzale rauba, in francese robe, in antico spagnolo e portoghese rouba (che in port. diventò “roupa“). Il latino tardo aveva il termine “rauba“, che pare derivasse dal germanico roub, raup, parole che indicavano il bottino di guerra.

Nell’italiano moderno il vocabolo “roba” può significare:

1) Termine generico che indica qualsiasi oggetto o un insieme di oggetti; anche il materiale di cui qualcosa è fatto:

Es.: Che roba è questa?; ragazzi, non toccate quella roba!; di che roba è fatto quel tavolo? 

Alcune espressioni e modi di dire:
roba di valore = oggetti preziosi
roba da mangiare = cibi in generale
questa roba non è tua = non puoi averla scritta, ideata, eseguita tu
questa roba non è per te = non è adatta a te; non è questione che ti riguardi

Campana, Natale, Bronzo, Rame, JingleDiminutivo robina, robetta; accrescitivo robona; peggiorativo robaccia

2) L’insieme dei possedimenti, dei beni; mobili e suppellettili di casa, effetti personali ecc.:

Es.: Vedi questa terra? È tutto roba mia; per favore, mi puoi portare la mia roba?; Lui mise insieme tutta la sua roba e se ne andò via;

3) Stoffa, tessuto, ma anche capo di vestiario e indumento:

Es.: Oggi ho un sacco di roba da lavare e da stirare!; nel mio armadio c’è solo roba vecchia.

4) Merce in genere:

Es.: Non voglio la tua roba usata!; in quel negozio trovi sempre roba di alta qualità.

5)Di origine gergale: droga.

Arrivederci e buono studio!

Claudia Valeria Lopes

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Pubblicato da Cláudia Valéria Lopes

Cláudia Valéria Lopes è nata a Rio de Janeiro, Brasile. Nel 2001 si è laureata in Lingue straniere (portoghese e italiano) presso l’UFRJ – Universidade Federal do Rio de Janeiro. È traduttrice e insegnante di portoghese e italiano. Ha vissuto in Italia per sette anni, periodo in cui ha potuto approfondire le sue conoscenze della lingua italiana e dare continuità ai suoi studi. Ha lavorato per due anni come lettrice di lingua portoghese (norma brasiliana ed europea) presso l’Università degli Studi di Bari. Dal 2009 vive in Svizzera, dove lavora nel campo dell’e-learning, traduttrice (le sue lingue di lavoro sono: portoghese, italiano, inglese e tedesco) e insegnante di portoghese e italiano. Claudia è fondatrice, amministratrice e redattrice del Blog, della pagina Facebook di Affresco della Lingua Italiana e del canale Youtube. Nel 2021 ha conseguito un master in Didattica della Lingua Italiana come lingua seconda presso l'università E-Campus.

2 pensieri riguardo “Sul vocabolo “roba”

  1. La roba è una novella del Verga che associa a questo termine l’avidità, una ossessione di possesso preclusivi al godimento della ricchezza accumulata.
    Una larvata accezione negativa afferisce spesso a questo vocabolo anche senza usare il peggiorato robaccia secondo me.

    1. Ciao, Mike. Interessante la tua osservazione. Comunque l’accezione negativa dipenderà dal contesto. Ci sono parole nella lingua con una denotazione molto più negativa che vengono usate spesso anche in TV.
      Un abbraccio!

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