Nel nostro post di oggi studieremo i verbi detti “servili”, cioè che si pongono al servizio di altri verbi, completandone il significato. Questi verbi esprimono rispettivamente la necessità, la possibilità e la volontà:
– Sono dovuta tornare da Roma ieri sera (necessità)
– Non ho potuto prendere Tiziano alla stazione (possibilità)
– Il bambino vuole dormire (volontà)
Tra il verbo servile e il verbo che lo segue esiste un legame “molto speciale”, tanto che il primo assume l’ausiliare del secondo:
Sono andata all’università. | Sono dovuta andare all’università. |
Carlo non è andato alla festa. | Carlo non è potuto andare alla festa. |
Ho parlato. | Ho dovuto parlare. |
I bambini non sono andati alla festa. | I bambini non sono voluti andare alla festa. |
Nonostante le grammatiche determinino che i verbi servili dovere, potere e volere devono assumere, nei tempi composti, lo stesso ausiliare richiesto dal verbo che accompagnano, nella lingua parlata le cose sono ben diverse. Spesso questi verbi si ribellano e impongono, letteralmente, i loro ausiliari, per cui sentirete (o avete già sentito) “non hanno potuto andare” (corretto: non sono potuti/e andare), “Anna non ha voluto andare all’università” (corretto: Anna non è voluta andare all’università) e così via.

Credo che questo accada quando vogliamo o abbiamo il bisogno di evidenziare, sia nel palare sia nello scrivere, il concetto di dovere, possibilità o volontà espresso dai verbi servili a scapito dell’infinito che li segue.
I verbi sapere (col significato di ‘essere capace di‘), preferire, osare, desiderare, ecc. possono reggere anche l’infinito ad altri verbi:
– Sai parlare l’inglese?
– Preferisci andare o rimanere?
– Non ho osato chiederglielo.
– Desiderano tornare in città.
Spero che questo post vi sia stato d’aiuto. Se avete dei dubbi, fatemi sapere nei commenti. Nel prossimo post parleremo della scelta degli ausiliari con i verbi servili.
Arrivederci e buono studio!
Claudia V. Lopes
Se il post vi è piaciuto, fatecelo sapere nei commenti!
Bibliografia:
- Cetroni M.R. et alii, Grammaticando. Cercola (Napoli), Loffredo Editore, 1997.
- SABATINI, Francesco, La comunicazione e gli usi della lingua. Bologna, Loescher editore, 1995.
- DARDANO, Maurizio e TRIFONE, Pietro. Parole e Frasi. Bologna, Zanichelli Editore Spa, 1985.
- SERIANI, Luca. Grammatica italiana. Torino, Utet Editore, 1991.
- Dizionario Garzanti, De Mauro e Lo Zingarelli della lingua italiana.
Buonasera Claudia,
grazie molte per questo utilissimo post.
Personalmente ho spesso utilizzato il servile con il suo ausiliario, come consente la “lingua viva”.
D’ora in avanti non avrò più timore di dire “sono dovuto andare via”, visto che questa è la forma originalmente corretta.
MS
Caro Mario Spampa, che bello rivederti!
Spero che tu stia bene. Purtroppo alcuni grammatici hanno una visione un po’ distorta della realtà linguistica e di ciò che succede nella lingua viva. Comunque ci sono delle poche regole assai intricate per quanto riguarda la scelta dell’ausiliario delle quali parleremo nel prossimo post.
Un abbraccio!
Claudia