L’accento nella lingua italiana

In tutte le lingue, quando pronunciamo le parole, la nostra voce si ferma con maggiore intensità su di una sillaba, quindi su di essa cade l’accento: quaderno. La sillaba e la vocale accentata si chiamo toniche; le altre, invece, si chiamo atone.

Nella lingua italiana, le parole sono in gran parte piane (dette anche parossitone), cioè l’accento cade sulla penultima sillaba: casa, cellulare, (io) leggo, umbro, intermezzo

Le parole, inoltre, possono essere:

  • tronche (dette anche ossitone) – l’accento cade sull’ultima sillaba: vir, caf, cit, (lui) ame
  • sdrucciole (dette anche proparossitone) – l’accento cade sulla terzultima sillaba: mobile, comprarono, tavolo, mitico
  • bisdrucciole – l’accento cade sulla quartultima sillaba: verificano, vendimelo, scivolano

I segni usati dall’ortografia italiana per indicare la vocale tonica di una parola sono due:

  • accento grave (`), che si mette sulla e e sulla o aperte, ma anche sulle altre tre vocali a, i e u
  • accento acuto (´), che si mette sulla e e sulla o chiuse

Tuttavia, nella scrittura è obbligatorio adoperare l’accento solo nei seguenti casi:

  • sulle parole di due o più sillabe accentate sull’ultima: sa, caf, vir, colibrì, perché, giacché
  • sulle parole monosillabe con dittongo: già, può, giù, ciò, più (ATTENZIONE: qui e qua sono scritti senza accento!)
  • sulle parole omografe e omofone, cioè uguali sia per grafia sia per pronuncia ma con significati diversi:
(verbo)da (preposizione)
(nome)di (preposizione)
è (verbo)e (congiunzione)
(avverbio)la (articolo)
(avverbio)li (articolo)
(congiunzione)ne (pronome)
(pronome)se (congiunzione)
(affermazione)si (pronome)
(nome)te (pronome)
Teiera, Tè, Versando, Silhouette, Mano, Caldo, Bollente
D’inverno mi piace prendere il tè caldo.

Caso di accento facoltativo: quando il pronome se è seguito da stesso o medesimo, l’uso dell’accento è facoltativo, perché è impossibile confonderlo con la congiunzione se.

Se l’accento cade all’interno della parola, NON deve essere segnato graficamente. Tuttavia, se una parola ha due significati diversi, a seconda di dove cade accento, lo dovremo segnare graficamente. Si tratta delle cosiddette parole omografe, termine che distingue non come vengono scritte le parole ma come vengono pronunciate. In questi casi, se ci fossero ambiguità nella frase o enunciato, è bene indicare l’accento:

princìpi
principio [prin-cì-pio] s.m. (pl. -pimeno freq. -pii)
prìncipi
principe [prìn-ci-pe] s.m.
turbìne
turbina [tur-bì-na] s.f.
tùrbine
turbine [tùr-bi-ne] s.m.
ancóra
ancora [an-có-ra] avv.
àncora
ancora [àn-co-ra] s.f.
tendìne
tendina [ten-dì-na] s.f.
tèndine
tendine [tèn-di-ne] s.m.
compìto
compito [com-pì-to] agg.
còmpito
compito [cóm-pi-to] s.m.
subìto
subito [su-bì-to] part. pass.del verbo subire
sùbito
subito [sù-bi-to] avv.
ambìto
ambito [am-bì-to] part. pass del verbo ambire
àmbito
ambito [àm-bi-to] s.m.
seguìto
seguito [se-guì-to] part. pass. del verbo seguire
séguito
seguito [sé-gui-to] s.m.

L’accento circonflesso (^ oppure ˆ) è raramente usato nella lingua italiana. Qualche volta lo troviamo nel plurale dei nome aggettivi in –io, soprattutto con valore distintivi: principî plurale da principio e non da principe; va da vario e non da varo.

La tendenza attuale, però, è quella di scrivere semplicemente principi e vari. In questo caso, dovremo affidare al contesto la comprensione del significato dell’enunciato.

Arrivederci e buono studio!

Claudia Lopes

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Fiorire, Linea, Confine, Decorazione, Vortice, Accento

Bibliografia:

  1. Cetroni M.R. et aliiGrammaticando. Cercola (Napoli), Loffredo Editore, 1997.
  2. SABATINI, Francesco, La comunicazione e gli usi della lingua. Bologna, Loescher editore, 1995.
  3. DARDANO, Maurizio e TRIFONE, Pietro. Parole e Frasi. Bologna, Zanichelli Editore Spa, 1985.
  4. DUCI, Gianfranca e DI ROSA, Silvana – Grammatica pratica e scrittura. Petrini Editore, Borgaro (BO), 2009.
  5. SERIANI, Luca. Grammatica italiana. Torino, Utet Editore, 1991.
  6. Dizionario Garzanti, De Mauro e Lo Zingarelli della lingua italiana.
  7. BOTTIROLA, Giovanni e CORNO, Dario – Comprendere e comunicare. Torino, Paraiva, 1986.

 

Pubblicato da Cláudia Valéria Lopes

Cláudia Valéria Lopes è nata a Rio de Janeiro, Brasile. Nel 2001 si è laureata in Lingue straniere (portoghese e italiano) presso l’UFRJ – Universidade Federal do Rio de Janeiro. È traduttrice e insegnante di portoghese e italiano. Ha vissuto in Italia per sette anni, periodo in cui ha potuto approfondire le sue conoscenze della lingua italiana e dare continuità ai suoi studi. Ha lavorato per due anni come lettrice di lingua portoghese (norma brasiliana ed europea) presso l’Università degli Studi di Bari. Dal 2009 vive in Svizzera, dove lavora nel campo dell’e-learning, traduttrice (le sue lingue di lavoro sono: portoghese, italiano, inglese e tedesco) e insegnante di portoghese e italiano. Claudia è fondatrice, amministratrice e redattrice del Blog, della pagina Facebook di Affresco della Lingua Italiana e del canale Youtube. Nel 2021 ha conseguito un master in Didattica della Lingua Italiana come lingua seconda presso l'università E-Campus.

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