700 anni dalla morte di Dante Alighieri: Dantedì


Puro e disposto a salir a le stelle.” (Purgatorio)


Oggi, 25 marzo, si celebra la giornata nazionale dedicata a Dante Alighieri denominato Dantedì. La data è stata approvata il 17 gennaio 2020 in vista delle celebrazioni del settecentesimo anniversario della morte del sommo poeta.

Museo casa di Dante, Firenze (Wikipedia)

Avete già letto, sicuramente, qualcosa su colui che viene considerato il padre della lingua italiana: Dante Alighieri (nato a Firenze nel 1265 e morto a Ravenna nel 1321). Della sua vita famigliare sappiamo che sua madre, morta giovanissima, si chiamava Bella; il padre, Alighiero di Bellincione, morto nel 1283 circa, proveniva da una famiglia benestante. Dunque, possiamo dedurre che la vita giovanile di Dante sia stata immune da qualsiasi tipo di preoccupazioni o seri problemi, per cui poté dedicarsi agli studi e ai divertimenti propri dai gentiluomini di quel periodo.

Per quanto riguarda la sua formazione, avrà frequentato la scuola di Bologna e studiato, forse, retorica con Brunetto Latini, uno scrittore, poeta, politico e notaio italiano, autore di diverse opere in volgare italiano e francese. Da molto giovane, Dante si dedicò alla poesia diventando amico di Guido Cavalcanti e Lapo Gianni, entrambi poeti come lui. Inizialmente, le sue rime erano in perfetta sintonia con la maniera del Dolce Stil Novo (anche Stilnovismo, Stil novo o Stilnovo), un importante movimento poetico italiano sviluppatosi tra il 1280 e il 1310 a Bologna e poi a Firenze, il cui precursore fu Guido Guinizzelli, poeta e giudice italiano (morto nel 1276).

Henry Holliday, l’incontro immaginario fra Dante e Beatrice, 1883

Le sue prime poesie (e gran parte della sua opera) furono dedicate a Beatrice, musa ispiratrice (Beatrice Portinari, detta Bice) che Dante conobbe all’età di nove anni. Beatrice morì giovanissima a soli 24 anni, nel 1290, fatalità che gettò Dante in uno stato di crisi e dolore profondo. Fra il 1292 – 1293, per onorare la sua memoria e il suo amore, Dante riunì in un volumetto intitolato Vita Nova le poesie da lui scritte e a lei dedicate. Di seguito una delle poesie intitolata Tanto gentile e tanto onesta pare:

TANTO GENTILE E TANTO ONESTA PARE

Tanto gentile e tanto onesta pare
la donna mia quand’ella altrui saluta,
ch’ogne lingua deven tremando muta,
e li occhi no l’ardiscon di guardare. 4
Ella si va, sentendosi laudare,
benignamente d’umiltà vestuta;
e par che sia una cosa venuta
da cielo in terra a miracol mostrare. 8
Mostrasi sì piacente a chi la mira,
che dà per li occhi una dolcezza al core,
che ’ntender no la può chi no la prova: 11
e par che de la sua labbia si mova
un spirito soave pien d’amore,
che va dicendo a l’anima: Sospira.

L’opera in questione narra la storia di un amore platonico verso Beatrice (“colei che dà la beatitudine”). Il suo sentimento pneu confronti di questa donna era spiritualizzato e interiorizzato, nonché di pura adorazione, caratteristiche tipiche della poesia stilnovista.

Tuttavia, di tutte le opere di Dante, forse la più conosciuta in assoluto è la Divina Commedia, in cui racconta, in prima persona, un viaggio nell’aldilà. Il Dante che troviamo lungo i tre canti è molto diverso da quello giovanile della Vita Nova. Secondo quanto ci racconta la storia, il poeta avrebbe iniziato a scriverla nel 1306 e l’avrebbe finita negli ultimi anni della sua vita. Nell’opera, lui aveva circa 35 anni quando si è perso nella selva oscura:

Nel mezzo del cammin di nostra vita
mi ritrovai per una selva oscura
ché la diritta via era smarrita.
(I canto, Inferno)

(Dall’web)

A fin di purificare l’anima, il poeta sale sulla montagna del paradiso che vede in lontananza, tuttavia, tre bestie feroci lo fermano. Dante deve scendere all’inferno – prima di andare nel purgatorio e nel paradiso – per conoscere tutta la sofferenza fisica e spirituale delle anime peccatrici che lì si trovano. Ovviamente, è un viaggio allegorico: lui, in quanto letterato e uomo politico, voleva mostrare e far capire ai suoi contemporanei tutti gli errori da evitare, seguendo, quindi, la diritta via per salvare non soltanto sé stesso ma l’intera umanità. E l’aspetto più importante è che soltanto la fede in Dio può condurre tutte le anime alla salvezza, al paradiso.

Nel suo percorso, Dante è guidato da tre personaggi: il poeta Virgilio (70 a.C. – 19 a.C.), che lo accompagnerà nell’Inferno e nel Purgatorio. Virgilio rappresenta la conoscenza razionale e quella teologica; Beatrice, il suo angelo, che gli mostrerà il paradiso (1266 1290); San Bernardo di Chiaravalle (1090 – 1153), uno dei più importanti rappresentanti del pensiero mistico del XII secolo, che lo condurrà nei cieli più alti.

L’importanza della Divina commedia è immensa non solo perché è considerata l’opera fondatrice della lingua italiana (lingua del popolo), ma perché delinea, con ricchezza di dettagli, tantissimi aspetti della società medievale con riferimenti politici, religiosi e sociali.  La Divina Commedia è considerata tuttora un’opera attuale nella misura in cui la poesia di cui è composta rispecchia una delle più alte realizzazioni dello spirito e dell’animo umano.

Nel prossimo post, parleremo della struttura della Divina Commedia e della sua composizione, nonché della terzina dantesca.

Claudia V. Lopes

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Bibliografia:

  1. SALINARE, Carlo. Profilo storico della letteratura italiana, Giunti, 1991.
  2. Speciale Dante, Rivista ADESSO, marzo – 2021
  3. FERRONI, Giulio. Profilo storico della letteratura italiana, Einaudi Scuola, 2008.

Pubblicato da Cláudia Valéria Lopes

Cláudia Valéria Lopes è nata a Rio de Janeiro, Brasile. Nel 2001 si laureò in Lingue straniere (portoghese e italiano) presso l’UFRJ – Universidade Federal do Rio de Janeiro. È traduttrice e insegnante di portoghese e italiano. Ha vissuto in Italia per sette anni, periodo in cui ha potuto approfondire le sue conoscenze della lingua italiana e dare continuità ai suoi studi. Ha lavorato per due anni come lettrice di lingua portoghese (norma brasiliana ed europea) presso l’Università degli Studi di Bari. Dal 2009 vive in Svizzera, dove lavora nel campo dell’e-learning, traduttrice (le sue lingue di lavoro sono: portoghese, italiano, inglese e tedesco) e insegnante di portoghese e italiano. Claudia è fondatrice, amministratrice e redattrice del Blog, della pagina Facebook di Affresco della Lingua Italiana e del canale Youtube. Nel 2021 ha conseguito un master in Didattica della Lingua Italiana come lingua seconda presso l'università E-Campus.

6 pensieri riguardo “700 anni dalla morte di Dante Alighieri: Dantedì

  1. Ciao Claudia
    Mille mercis à vous.
    J’attends la suite avec impatience.
    Une de vos lectrices de l’Ouest canadien.
    💐❤️
    Fifi

    1. Fifi, grazie di cuore del tuo bel commento. Sono riuscita a capire tutto, anche se il mio francese non è così speciale. Un abbraccio, a presto!
      Ti saluto dalla Svizzera 🙂

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