“𝓠𝓾𝓪𝓷𝓽𝓸 𝓲𝓷 𝓯𝓮𝓶𝓶𝓲𝓷𝓪 𝓯𝓾𝓸𝓬𝓸 𝓭’𝓪𝓶𝓸𝓻 𝓭𝓾𝓻𝓪, 𝓢𝓮 𝓵’𝓸𝓬𝓬𝓱𝓲𝓸 𝓸 ‘𝓵 𝓽𝓪𝓽𝓽𝓸 𝓼𝓹𝓮𝓼𝓼𝓸 𝓷𝓸𝓵 𝓻𝓪𝓬𝓬𝓮𝓷𝓭𝓮.“
(𝒸. 𝟣𝟥𝟢𝟪–𝟣𝟥𝟤𝟣), 𝒫𝓊𝓇𝑔𝒶𝓉𝑜𝓇𝒾𝑜
Nel post precedente, abbiamo conosciuto un po’ della vita e della produzione letteraria di Dante Alighieri, nonché dell’architettura dell’inferno (cerchi, bolge). Oggi, invece, studieremo più da vicino Il Purgatorio, la seconda delle tre cantiche della Divina Commedia.
Il Purgatorio, il secondo dei tre regni dell’Oltretomba cristiano, è una montagna altissima situata su un’isola al centro dell’emisfero australe, completamente invaso dalle acque. È suddiviso in cornici, ciascuna delle quali riservata a un peccato capitale. Nel Purgatorio le anime, dopo aver scontato le loro pene, passano alla cornice successiva, finché non arriveranno in cima, al Paradiso Terrestre. È molto importante sottolineare che nel Purgatorio c’è, soprattutto, un antipurgatorio dove coloro che tardarono a pentirsi attendono prima di essere ammessi a purgarsi le colpe.

Il Purgatorio
Il custode del Purgatorio è Catone l’Utinense – presentato nel primo canto -, un politico, militare, scrittore e magistrato monetario romano (Roma, 95 a.C – Utica, 12 aprile 46 a.C). Ogni cornice del Purgatorio ha un custode angelico, cioè una legione di angeli ognuno con una funzione: angeli dell’umiltà, della misericordia, della mansuetudine, della sollecitudine, della giustizia, dell’astinenza e della castità. Inoltre, in ogni cornice gli espianti (anime negligenti che si pentirono all’ultimo momento della loro vita) hanno davanti agli occhi esempi dei loro vizi puniti e delle virtù opposta.
Diversamente dall’inferno, le anime del Purgatorio sono già salvate, tuttavia, prima di arrivare in Paradiso per espiare i loro peccati, devono salire il monte; quindi, ogni anima dovrà percorre tutto il cammino, purificandosi in ogni cornice del peccato commesso.
Ai tempi di Dante i pellegrini che volevano fare penitenza, partivano per Roma o per Santiago di Compostela.
La funzione specifica del Purgatorio è quella dell’espiazione, riflessione e pentimento; solo questo pellegrinaggio verso Dio porterà le anime alla redenzione. Questo vale anche per Dante che, all’inizio del suo viaggio, incide sulla fronte sette P, che simboleggiano rispettivamente i sette peccati capitali. Ogni volta che un’anima arriva alla fine di ciascuna cornice, l’ala dell’angelo guardiano cancella la P per indicare che quella specifica espiazione è ormai compiuta.
Sintesi del Purgatorio
Nel prossimo post, parleremo del Paradiso terrestre che si trova sulla montagna, circondato da una selva amena che ricopre, in posizione simmetrica, la selva oscura dell’Inferno.
Claudia v. Lopes
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Bibliografia:
- SALINARE, Carlo. Profilo storico della letteratura italiana, Giunti, 1991.
- Speciale Dante, Rivista ADESSO, marzo – 2021
- FERRONI, Giulio. Profilo storico della letteratura italiana, Einaudi Scuola, 2008.
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