La paura di sbagliare e alcuni stili di apprendimento

Che scagli la prima pietra chi non ha mai avuto quella sensazione di brivido generalizzato nel momento di parlare o rispondere a una domanda fatta, per esempio, nella lingua che si crede di aver studiato bene e di conoscerne tutte le regole ed eccezioni?


Cari amici e care amiche,

Chi, a un certo punto della propria esistenza, non ha mai avuto paura di sbagliare? In realtà, la paura di sbagliare è l’altra faccia della medaglia della paura che molte persone hanno di ricevere delle critiche. Chissà quanti sogni e progetti non si sono mai realizzati semplicemente perché qualcuno ha avuto paura di sbagliare e di essere criticato. Chi non si ricorda il detto popolare “errare è umano”? Se esiste un detto del genere, significa che commettere errori è qualcosa di molto comune e inerente alla natura umana. Il problema è che molte persone, sebbene credano che commettere errori sia umano, non accettano che con loro qualcosa del genere possa succedere.

Tuttavia, questo pensiero non si applica (o non dovrebbe applicarsi) quando si tratta dell’apprendimento in generale: che scagli la prima pietra chi non ha mai avuto quella sensazione di brivido generalizzato nel momento di parlare o rispondere a una domanda fatta, per esempio, nella lingua che si crede di aver studiato bene e di conoscerne tutte le regole ed eccezioni?

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La verità è che, a un certo punto della nostra esistenza, ci è stato detto che sbagliare è l’esatto opposto di “fare la cosa giusta”, che gli errori devono essere nascosti o camuffati, ossia “gettati sotto il tappeto”. La situazione è talmente surreale che sono tanti gli studenti che chiedono scusa quando, ad esempio, commettono errori nella coniugazione di un verbo o vengono corretti, come se avessero commesso un crimine gravissimo. A mio avviso, l’errore ha una funzione pedagogica molto importante nel processo di apprendimento: se non commettiamo errori, significa che non stiamo mettendo in pratica tutto ciò che abbiamo imparato, e non mi riferisco solo all’apprendimento di una lingua straniera. Inoltre, se non commettiamo errori, ad esempio durante le lezioni, i nostri insegnanti non possono valutare se il metodo/modalità di insegnamento che stanno utilizzando funziona o è il più appropriato.

Dopotutto, siamo in questo mondo per sbagliare, imparare e fare nuove esperienze.

In tutti questi anni di insegnamento del portoghese e dell’italiano a studenti stranieri, mi sono resa conto di come loro siano sempre molto desiderosi di parlare bene, forse perché si rendono conto che la loro prestazione linguistica non ha ancora raggiunto il livello ottimale desiderato, poiché inciampano in cose che “dovrebbero ormai sapere”, nonostante abbiano studiato così duramente.

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Esiste, però, un fattore molto rilevante che molte persone non tengono in considerazione: quale sarebbe lo stile di apprendimento più efficace per ognuno di noi? Prima di rispondere a questa domanda, ne faccio un’altra: che cos’è l’apprendimento per voi? Potremmo dire che vivere è un apprendimento eterno. Ogni giorno acquisiamo nuove conoscenze attraverso le nostre esperienze quotidiane e l’educazione che abbiamo ricevuto (riceviamo) dai nostri genitori, anche a scuola quando eravamo bambini, all’università e, specialmente, quando abbiamo iniziato a far parte di altri gruppi. Quel che è certo è che dedichiamo tutta la nostra esistenza all’apprendimento.

Quindi qual è lo stile di apprendimento più efficace per ognuno di voi? Sappiamo però che è molto importante che l’insegnante renda il processo di apprendimento il più piacevole, semplice ed efficace possibile, e non importa se il pubblico è composto da bambini delle scuole primarie/secondarie o studenti universitari. Ciò che è evidente è che non tutti apprendono in modo univoco, ed è necessario accettare e rispettare queste diversità. Tale postura pedagogica aiuta, in modo significativo, l’amministrazione e l’accettazione dell’“errore” come qualcosa di necessario, sano e importante per l’assimilazione delle materie trattate e nella formazione cognitivo-intelettuale dei discenti.

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Esistono numerose classificazioni di tipologie di apprendimento sviluppate e proposte da diversi autori. Alonso, Gallego e Honey (1995), ad esempio, propongono 4 stili di apprendimento (Learning Styles), suddivisi per caratteristiche personali:

1) Attivo: le persone con uno stile di apprendimento attivo partecipano, improvvisano, incoraggiano e si lasciano coinvolgere in esperienze di apprendimento. Di solito, le loro menti sono aperte all’apprendimento di nuove materie e compiti, poiché sono sempre molto entusiasti di nuovi apprendimenti.

2) Teorico: le persone che utilizzano questo tipo di apprendimento sono più razionali, il loro modo di apprendere è ragionato in modo sequenziale. Per assimilare bene i concetti, hanno bisogno di seguire un percorso, passo dopo passo. Di solito sono persone molto critiche, analitiche, che pensano troppo prima di fare qualcosa, metodiche, perfezioniste e disciplinate, sintetizzano le conoscenze che ricevono e le integrano in teorie coerenti.

3) Riflessivo: le persone che utilizzano questo tipo di apprendimento sono analitiche, osservanti, riflessive o meditative, riflettono su un particolare argomento da tutti i punti di vista, al fine di trovare possibili soluzioni. Queste persone hanno bisogno di tempo per riflettere prima di trarre conclusioni affrettate.

4) Pragmatico: le persone che utilizzano questo tipo di apprendimento acquisiscono conoscenze dalla pratica. Di solito sono più obiettive, realistiche, concrete e amano sperimentare nuove idee per non lasciare conclusioni aperte. Per loro, più la materia studiata è concreta e utile meglio e più interessante è imparare.

Pertanto, considerando le riflessioni di cui sopra, direi che non dobbiamo dare una connotazione negativa ai nostri errori quando stiamo imparando qualcosa di nuovo, la cosa più sensata da fare è adottare (scoprire) un metodo di studio che sia in sintonia con il nostro profilo. Ultima cosa: ricordatevi sempre di ringraziare quando qualcuno vi corregge e non di chiedere scusa. Dopotutto, siamo in questo mondo per sbagliare, imparare e fare nuove esperienze.

Claudia V. Lopes

P.S.: l’elaborato scritto che avete appena letto nasce non solo a partire dalle mie esperienze lavorative e personali nel settore dell’insegnamento, ma anche dalle letture che ho fatto del materiale inerente alle materie pedagogiche del Master di I livello svoltosi presso l’università E-campus. Qualora aveste bisogno della bibliografia utilizzata dai professori delle materie, contattatemi in privato tramite affrescodellalinguaitaliana@gmail.com

Pubblicato da Cláudia Valéria Lopes

Cláudia Valéria Lopes è nata a Rio de Janeiro, Brasile. Nel 2001 si è laureata in Lingue straniere (portoghese e italiano) presso l’UFRJ – Universidade Federal do Rio de Janeiro. È traduttrice e insegnante di portoghese e italiano. Ha vissuto in Italia per sette anni, periodo in cui ha potuto approfondire le sue conoscenze della lingua italiana e dare continuità ai suoi studi. Ha lavorato per due anni come lettrice di lingua portoghese (norma brasiliana ed europea) presso l’Università degli Studi di Bari. Dal 2009 vive in Svizzera, dove lavora nel campo dell’e-learning, traduttrice (le sue lingue di lavoro sono: portoghese, italiano, inglese e tedesco) e insegnante di portoghese e italiano. Claudia è fondatrice, amministratrice e redattrice del Blog, della pagina Facebook di Affresco della Lingua Italiana e del canale Youtube. Nel 2021 ha conseguito un master in Didattica della Lingua Italiana come lingua seconda presso l'università E-Campus.

8 pensieri riguardo “La paura di sbagliare e alcuni stili di apprendimento

  1. carissima Claudia,hai detto le parole giuste al momento giusto;cioè:”dopotutto,siamo in questo mondo per sbagliare….Vado subito a scriver queste sante parole nel diario affinché non dimenticarle mai.Grazie di cuore!

  2. Complimenti 0er la complessità dell’argomento che hai trattato e direi in modo 3 maniera molto chiara e lampante. Ed è vero siamo umani e soggetti a sbagliare: nella vita in 0r8m8s, nello studio sia nella teoria che nella pratica 😊. Buon pomeriggio carissima e bravissima prof 😊

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