La verità è che viviamo in un mondo in cui tutti dicono di accettare le differenze, ma quello che facciamo spesso è solo tollerare chi (o cosa) non segue gli standard stabiliti dalla società in cui siamo inseriti.
Da qualche anno circola in rete una serie di mappe, soprattutto sul Facebook che, in un primo momento, ci fanno ridere ma, in effetti, non hanno niente di divertente. Chi non ha mai avuto pregiudizi verso alcune persone o addirittura nazioni, creando dei veri e propri stereotipi? Potrei dire che tutti noi. La verità è che viviamo in un mondo in cui tutti dicono di accettare le differenze, ma quello che facciamo spesso è solo tollerare chi (o cosa) non segue gli standard stabiliti dalla società in cui siamo inseriti. Il più delle volte, creiamo per noi stessi e per gli altri stereotipi che si tramandano di generazione in generazione, che danno a noi e agli altri un profilo e un’immagine che traducono indirettamente ciò che siamo per davvero.
Nel 2010 il Corriere della Sera ha pubblicato un articolo molto interessante, scritto dal giornalista Francesco Tortara, sull’artista bulgaro Yanko Tsvetkov, che ha mappato i “luoghi comuni” radicati nel Vecchio Continente, da tempo immemorabile, raccontando come i cittadini appartenenti alle diverse Nazioni che fanno parte dell’Unione Europea si vedono a vicenda. Il suo tentativo si è trasformato ben presto in un grande successo in rete: oltre un miliardo di utenti hanno potuto ammirare la serie di mappe chiamata Mapping stereotypes.
Come gli italiani vedono l’Europa? In effetti, una delle prime mappe è dedicata a questo tema. Il modo in cui gli italiani vedono i loro vicini non è uno dei migliori e tanto meno gratificante: dai vicini francesi, gli italiani apprezzavano e conoscevano, a quel tempo, la premiere dame Carla Bruni”; dalla Spagna riconoscono l’affinità culturale con l’Italia, poiché il paese iberico è indicato come la terra dai dialetti italiani; il Portogallo, a sua volta, è ammirato per la sua consanguineità con il Brasile. Contutto, gli stereotipi si intensificano (o peggiorano) man mano che ci spostiamo verso est: l’Ungheria, ad esempio, è il Paese delle pornostar; la Romania, quello dei ladri; la Bulgaria, quello delle baby-sitter, mentre i Paesi dell’ex Jugoslavia sono terre inesplorate e sconosciute. La Russia è conosciuta, praticamente, per il gigante Gazprom, da cui lo Stato Italiano acquista l’energia destinata al riscaldamento nel periodo invernale. L’Ucraina è il paese delle donne con le trecce; la Polonia, da parte sua, rimarrà per sempre il Paese del Papa. Per quanto riguarda le nazioni più a nord dell’Europa, l’Inghilterra è il Paese dello stadio di Wembley, il Belgio, grazie alla sua capitale, Bruxelles, la terra dell’Unione Europea e i Paesi Bassi la nazione in cui la marjuana è libera.
E la Svizzera? Come non potrebbe essere altrimenti, è vista come il paese degli orologi a cucù e della cioccolata, mentre i tedeschi sono i clock addcts, cioè nevrotici per precisione o dipendenti dagli orologi. La Svezia è la terra della Volvo; la Finlandia, della Nokia; la Danimarca, il territorio dei Vichinghi; e, infine, la Turchia, vista come il Paese delle danzatrici del ventre.
Però, lo stereotipo più eclatante è la divisione “apparente” dell’Italia, dove il nord è indicato come Repubblica italiana, mentre parte del centro e del sud sono definiti come Etiopia e la Sicilia come Somalia.
E come l’Italia è vista dai suoi vicini e dagli Stati Uniti? La situazione non migliora più di tanto se guardiamo le altre mappe e riflettiamo sugli stereotipi che gli Stati Uniti ed Europa usano per definire l’Italia e gli italiani. Indiscutibilmente, per gli americani (e non solo), l’Italia è sinonimo di mafia e padrini; basta pensare al film epico Il padrino, di Francis Ford Coppola, con le bellissime interpretazioni di Marlon Brando e Al Pacino. Per i francesi gli italiani sono i cugini chiassosi e rumorosi; per i tedeschi è la terra della pizza e dei musei; per i bulgari è la terra degli spaghetti. L’Inghilterra si unisce al resto del continente, definendo l’Italia come l’Impero Federale e diabolico d’Europa.
La lista è infinita. In fondo, gli stereotipi con cui viviamo quotidianamente si rinnovano a ogni momento, al punto che, quando ci riferiamo a una determinata Nazione, lo facciamo attraverso uno o più stereotipi consolidati e cristallizzati nel tempo. Il più delle volte, non sappiamo nemmeno perché diciamo, ad esempio, che i russi sono, fino ad oggi, comunisti. Molti non conoscono nemmeno il concetto di comunismo. Tuttavia, come possiamo vedere nella mappa sopraindicata, non solo l’Italia e gli italiani sono vittime di pregiudizi e luoghi comuni. Ad esempio, gli americani vedono i francesi come persone maleodoranti, i russi saranno sempre comunisti, i tedeschi sono cultori della pornografia spinta e così via.

Indiscutibilmente, per gli americani (e non solo), l’Italia è sinonimo di mafia e padrini; basta pensare al film epico Il padrino, di Francis Ford Coppola, con le bellissime interpretazioni di Marlon Brando e Al Pacino.
Europa versus Italia è un video che ha circolato a lungo in rete, creato da Bruno Bozzetto, il quale affronta diverse situazioni tipiche del settore politico e sociale. È interessante rendersi conto che gli stereotipi, oggetto di ispirazione per la creazione di questo video, nascono da situazioni con cui gli italiani vivono ogni giorno in Italia, considerate, in una certa misura, abbastanza normali. Qui in Svizzera ho sentito spesso degli italiani che si lamentavano, ad esempio, delle code chilometriche che devono fare alla Posta in Italia (ed è vero, ho vissuto per ben 7 anni in Italia), del ritardo dei trasporti pubblici e, chiaramente, della lunga burocrazia, situazioni che non si verificano qui nelle terre elvetiche.
Stereotipi a parte, non importa la nostra nazionalità. Credo che siamo tutti soggetti a comportamenti non consoni, soprattutto, quando viviamo o siamo costretti a vivere in terre straniere. Purtroppo anche noi brasiliani – soprattutto le brasiliane – siamo visti “in un certo modo”, e non solo dagli europei. Questi sono i luoghi comuni di cui abbiamo parlato in questo post, la cui unica funzione è quella di creare pregiudizi. L’importante è non dimenticare che siamo tutti – intendo TUTTI – esseri umani che condividono almeno una cosa in comune: viviamo su questo immenso e fragile pianeta chiamato Terra, che ci accoglie indipendentemente dal colore della nostra pelle, dalla lingua o dall’origine.
(traduzione dal testo in lingua portoghese di mia autoria, pubblicato sul Forum de Língua Italiana/Dicas de Italiano, 2016)
Claudia V. Lopes
L’Europa per i popoli della mia patria
Germania:Meccanica Precisione,calcio
Francia:Vino,Romanticismo.Arte
Italia:Spaghetti,Mafia,Calcio,Arte
Grecia:Mitlogia,Mar Egeo
Dnimarca:le fiabe
i Paesi Bassi:Tulipano,Mulino a vento
Inghieterra:Gentiluomo,Beckham
Nordici(Norvegia,Finlandia,Svezia,Danimarca,):Parita’
Russo:Vodka,bella donna,molto freddo
Polonia:Madame Curie,Chopin
Austria:Musica
Spagna:Matador,appassionato,calcio
Portogallo:Altro dente vicino a spagna
Grazie del commento! Comunque, sono sempre stereotipi. Un caro saluto!