Ciao a tutti!
Nei nostri ultimi due post, abbiamo parlato del punto fermo e della virgola. In questo nuovo post, daremo una visione generale della punteggiatura della lingua italiana, ossia del sistema di segni che serve a riprodurre graficamente, nella lingua scritta, le pause, le interruzioni, gli stati d’animo tipici della lingua parlata. Tuttavia l’uso della punteggiatura varia molto da una lingua all’altra è viene definito dall’insieme di regole della lingua stessa.
Leggete il seguente testo:
Una volta in inverno inoltrato mentre i fiocchi di neve cadevano dal cielo come piume una regina cuciva seduta accanto a una finestra dalla cornice d’ebano e mentre cuciva e alzava gli occhi per guardare la neve si punse un dito e tre gocce di sangue caddero nella neve il rosso era così bello su quel candore che ella pensò fra sé avessi un bambino bianco come la neve rosso come il sangue e nero come il legno della finestra.
(brano tratto dal libro infantile Biancaneve)
Siete riusciti a capire ciò che avete letto? La lettura vi è sembrata faticosa o scorrevole? Adesso rileggete lo stesso brano con tutti i segni di punteggiatura e di interruzioni inseriti al loro posto:
Una volta, in inverno inoltrato, mentre i fiocchi di neve cadevano dal cielo come piume, una regina cuciva seduta accanto a una finestra dalla cornice d’ebano. E, mentre cuciva e alzava gli occhi per guardare la neve, si punse un dito e tre gocce di sangue caddero nella neve. Il rosso era così bello su quel candore, che ella pensò fra sé: “Avessi un bambino bianco come la neve, rosso come il sangue e nero come il legno della finestra!.”

Sicuramente avete letto il secondo brano in un modo molto più scorrevole riguardo al primo, non è vero? Questo perché la punteggiatura l’ha reso leggibile e comprensibile.
Purtroppo, con l’avvento dell’internet, il nostro modo di comunicare è cambiato tantissimo. La comunicazione è diventata più veloce, immediata, informale e diretta. Anche la punteggiatura che vediamo tutti i giorni nei social, nelle chat, nei messaggi e così via è molto diversa da quella usata nella lingua scritta: il punto e virgola è scomparso insieme alla virgola! Dall’altra parte, abbiamo visto il proliferarsi delle faccine, dei puntini di sospensione e dei punti interrogativi ed esclamativi, che servono a dare tono (e colori) ai nostri pensieri e stato d’animo.
Nella lingua italiana, i segni di punteggiatura sono:
il punto ( . )
la virgola ( , )
il punto e virgola ( ; )
i due punti ( : )
il punto esclamativo ( ! )
il punto interrogativo ( ? )
i puntini di sospensione ( … )
le virgolette ( «…» o “…” o ‘…‘ )
la barra obliqua ( / )
le parentesi (( ))
le lineette (–)
Adesso facciamo un piccolo esercizio? Nelle seguenti frasi inserite la virgola dove è necessario:
a) La zia di Carlo che abita a Roma è una professoressa di storia.
b) Preferite un caffè un tè o un succo?
c) Ho telefonato a Giulio e con molto tatto gli ho detto ciò che era successo.
d) Dato che non mi ascolti me ne vado.
e) Marta come ben sai è una brava pianista.
g) Francesco si alzò all’improvviso si diresse verso il portone l’aprì e se n’andò senza dire una parola.
le-soluzioni-dell-esercizio-sulla-virgola
Per oggi può bastare, nei prossimi post studieremo altri segni di punteggiatura della lingua italiana. Fatemi sapere com’è andato l’esercizio, va bene?
Arrivederci e buono studio!
Claudia Valeria Lopes
Se il post vi è piaciuto, fatecelo sapere nei commenti!
Bibliografia:
- Cetroni M.R. et alii, Grammaticando. Cercola (Napoli), Loffredo Editore, 1997.
- SABATINI, Francesco, La comunicazione e gli usi della lingua. Bologna, Loescher editore, 1995.
- DARDANO, Maurizio e TRIFONE, Pietro. Parole e Frasi. Bologna, Zanichelli Editore Spa, 1985.
- SERIANI, Luca. Grammatica italiana. Torino, Utet Editore, 1991.
- Dizionario Garzanti, De Mauro e Lo Zingarelli della lingua italiana.
Cara Claudia: Ho una domanda su un altro argomento: nelle Opere vedo spesso delle parole ritagliate: per esempio, nell’Opera Tosca di Puccini un’aria ben nota si intitola: “Mario Mario son qui!”. Perché “son qui” invece di “sono qui” ?
Ciao Hugo, questo fenomeno si chiama «troncamento» (o anche «apòcope»), cioè la caduta di una vocale atona finale, o di una sillaba atona finale di una parola, non per effetto della presenza di una vocale successiva, ma per un fenomeno di spontaneo snellimento della giuntura con la parola successiva. L’uso del troncamento è molto più esteso nella lingua letteraria e specialmente in poesia. Casi particolari di troncamento sono: po’ per poco; to’ per togli (talvolta toh, come beh invece di be’, che deriva da bene); e da’, di’, fa’, sta’, va’, forme di 2a persona singolare dell’imperativo dei verbi dare, dire, fare, stare, andare. Tutte queste forme troncate si possono avere davanti a qualsiasi consonante iniziale e anche in fine di frase: un po’ strano; aspetta un po’; fa’ stendere i panni; sta’ zitto. La parola piede viene troncata in piè (e non in pie’) nelle locuzioni a piè fermo, a piè di pagina, ecc. Un abbraccio!
Bellissimo post. Non posso che darti ragione sull’imoiverimento della punteggiatura nella lingua italiana scritta e, come tu affermi, la causa sono proprio i social, i messaggi in particolar modo. Come al solito, ci troviamo a dover affermare che tutto questo progresso alla fin fine è proprio regresso. Buon pomeriggio 😘
Grazie, Giusy! Purtroppo questo succede anche nella lingua portoghese. Mi sembra che si stia tornando indietro nel tempo.Un abbraccio!