Ciao a tutti!
Oggi parleremo della poetessa brasiliana Vera Lúcia de Oliveira (Maccherani), residente da molti in Italia. Attualmente insegna Lingua e letteratura portoghese e brasiliana presso l’Università degli Studi di Perugia. Nel corso della sua vita poetica, Vera ha pubblicato diversi libri di poesia, molti dei quali hanno ricevuto riconoscimento nazionale e internazionale sia in Brasile sia in Italia.
La sua produzione poetica ha ricevuto critiche positive e affettuose da poeti e scrittori come Carlos Drummond de Andrade, Moacyr Félix, Manoel de Barros, José Saramago e molti altri.
Il suo poetizzare, sebbene percorra i cicli della giornata, privilegia in particolare le ore pomeridiane, mettendo in evidenza i momenti infiniti che abitano tra i nostri sentimenti e la realtà che ci circonda; una realtà che si riflette nel desiderio perenne che ha ogni essere umano di slegarsi e migrare, proprio come fanno gli uccelli migratori.
Non sono rare le volte in cui la nostra poetessa denuda i colori autunnali e il sibilo delle foglie, quando cadono in autunno, attraverso giochi sonori e allitterazioni che rivelano la natura delle cose, la spersonalizzazione dell’io di ciascuno di noi, svelandoci molti dettagli nascosti che solo uno sguardo attento come il suo è capace di catturare.
Abbiamo scelto per voi alcune delle sue numerose poesie con traduzione in lingua portoghese, a cura della stessa autrice. Se volete saperne di più su Vera Lúcia e la sua produzione poetica, visitate la sua pagina Poesia e poesia.
Pomeriggi di scuola
Pomeriggi di scuola
in cui la pulsazione svaniva
l’universo
si incorporava
in un pezzetto di gesso
all’insegnante
e alla sua flemma io davo l’ovvio
a volte anche secoli passavano
senza che io mi ritrovassi
(dal libro A porta range no fim do corredor, 1993)
Tardes de aula
Tardes de aula
em que se esvaía a pulsação
o universo
se incorporava
a um pedaço de giz
ao professor
e sua fleuma de ensinar eu dava o óbvio
às vezes se passavam séculos até
sem que eu me encontrasse
(do livro A porta range no fim do corredor, 1993)
La poesia si lacera
La poesia dentro di me si lacera
come quando mio padre potava la vite
io vedevo cadere
le foglie
e vedevo cadere le foglie
e nessuno sapeva
come i rami stillavano suoni
dolorosi
(dal libro A porta range no fim do corredor, 1993)
A poesia dói dentro de mim
A poesia dói dentro de mim
como quando meu pai podava a parreira
e eu via caírem
as folhas
e ia vendo caírem
e ninguém sabia
como os ramos derramavam sons
dolorosos
(do livro A porta range no fim do corredor, 1993)
Pezzi
Sono frantumata
silenzi escono dalla bocca
tenui,
stavo disegnando
parole,
ho perso il modo di destarmi
sono in tanti pezzi
da essere quasi infinita
(dal libro Geografia d’ombra, 1989)
Pedaços
Estou estilhaçada
silêncios saem da boca
mansos
estava desenhando
palavras
perdi o jeito de amanhecer
tenho tantos pedaços
que sou quase infinita
(do livro Geografia de sombra, 1989)
Migrazione
in cielo settembre nasce
i miei occhi tropicali migrano
muri
scuri
attendono foglie
chiare rosse
morte
i miei occhi uccelli simulano ali
si attaccano alle cose che
partono
e stretti
incollati alla luce
attendono crescere la sera
(dal libro Pezzi/Pedaços, 1992)
Migração
no céu setembro nasce
meus olhos tropicais emigram
os muros
escuros
esperam folhas
claras vermelhas
mortas
meus olhos pássaros simulam asas
grudam nas coisas que
partem
e estreitos
pregados na luz
esperam a tarde crescer
(do livro Pezzi/Pedaços, 1992)
Sull’autobus
dormiva sull’autobus
a ogni fermata il corpo sussultava
lui apriva gli occhi vedeva la gente
che saliva
vedeva la gente che scendeva pensava se io fossi
un altro quella donna quel ragazzo
aveva un’altra storia cominciava di nuovo
abitava in un altro canto della città.
dormicchiava con quel sogno
di essere chiunque altro nel mondo
tranne che se stesso
(dal libro Nel cuore della parola, 2003)
No ônibus
dormia no ônibus
a cada parada o corpo sacudia
ele abria os olhos via a gente que entrava
via a gente que saía pensava fosse
outro aquela moça aquele rapaz
tinha outra história começava de novo
morava noutro canto da cidade
cochilava com aquele sonho
de ser qualquer outra pessoa no mundo
menos ele mesmo
(do livro No coração da boca, 2003)
Arrivederci e buona poesia!
Cláudia Valéria Lopes
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Belle le poesie di Vera, interessatissimo il sito. Complimenti e avanti!
Grazie, Gabriela! Un abbraccio 🙂