Ciao a tutti!
L’argomento del nostro post di oggi non è, di certo, una novità per molti di voi. Normalmente è una delle prime cose che impariamo quando cominciamo a studiare la lingua italiana: l’uso degli articoli determinativi con i nomi di parentela.
In linguistica, esiste il termine singenionimo che usiamo per indicare un qualsiasi grado di parentela: padre (formale), papà, babbo (informale), madre (formale), mamma, mammina (informale), avo e ava (rispettivamente formali, pronunciati [à-vo] e [à-va]), nonno e nonna (informali) ecc.
Cerchiamo di capire alcune regole (o eccezioni!):
Una delle principali regole che impariamo riguardo all’uso dell’articolo determinativo è che dobbiamo ometterlo davanti ai nomi di parentela al singolare, quando sono preceduti da un aggettivo possessivo:
- Questo è mio figlio.
- Mia sorella si chiama Anna.
- Mio padre è un avvocato.
- Mio nipote è venuto a trovarmi.
- Dov’è tua madre?
Attenzione: fa eccezione la terza persona plurale: la loro figlia; il loro figlio.

Tuttavia, l’uso dell’articolo diventa necessario quando i nomi di parentela sono al plurale:
- Questi sono i miei figli.
- Le mie sorelle si chiamano Anna e Francesca.
- Questi sono i miei zii della Calabria.
- I miei nipoti sono venuti a trovarmi.
L’articolo va adoperato anche con le varianti affettive e più informali come babbo, papà, mamma, figliolo, figliola ecc:
- Fra poco arriverà il mio babbo.
- La mia mamma si chiama Angela.
- Il nostro nonno è andato a fare un passeggiata.
- Ti presento il mio figliolo.
Se il nome di parentela è accompagnato da un aggettivo qualificativo o se è usato come diminutivo/vezzeggiativo, dobbiamo adoperare l’articolo: il mio fratello maggiore si chiama Claudio (aggettivo qualificativo); quella è la mia sorellina Beatrice (diminutivo); dov'è il mio cuginetto? (vezzeggiativo).
Le forme del diminutivo hanno spesso valore vezzeggiativo, cioè assumono un significato affettuoso e amorevole, che chiamiamo in grammatica aggettivo o nome alterato. Pertanto, usiamo i suffissi diminutivi per operare tale alterazione (-ello, –etto, –ino in fratellone, cuginetto, sorellina).
Arrivederci e buono studio!
Claudia V. Lopes
Se il post vi è piaciuto, fatecelo sapere nei commenti!
Bibliografia:
- Cetroni M.R. et alii, Grammaticando. Cercola (Napoli), Loffredo Editore, 1997.
- SABATINI, Francesco, La comunicazione e gli usi della lingua. Bologna, Loescher editore, 1995.
- DARDANO, Maurizio e TRIFONE, Pietro. Parole e Frasi. Bologna, Zanichelli Editore Spa, 1985.
- SERIANI, Luca. Grammatica italiana. Torino, Utet Editore, 1991.
- Dizionario Garzanti, De Mauro e Lo Zingarelli della lingua italiana.
Secondo me è sempre buono rifarlo.
Ciao, Vittorio! Sono dello stesso medesimo parere :).
Un abbraccio!
Mi place l’articolo.
Ciao, Luis! Grazie del commento.
Un caro saluto.
Claudia
🙂
È sempre importante ripassare questa regola. Molto utile. Grazie!
Hai ragione! Sono regole basiche della lingua italiana. Un abbraccio 🙂
Grazie di quest’articolo che ci è stato utilissimo. Mia figlia Alice che ha 10 anni sosteneva che si dovesse usare l’articolo determinativo con la parola ‘bisnonno’ e aveva ragione! Risulta che le parole ‘nonno’ e ‘bisnonno’ sono soltanto delle forme affettive.
Ciao, Irina! Grazie del commento. Sì, effettivamente sono forme affettive che prevedono l’uso degli articoli: il mio bisnonno, la mia bisnonna. Tuttavia, è molto frequente anche l’uso senza l’articolo determinativo: me l’ha detto mio nonno/bisnonno; in casa di suo nonno/bisnonno, ecc.
Un abbraccio e a presto!
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Perché l’articolo si usa in frase “Alla mia nonna piace…”? “Nonna” è una forma diminutiva?
Ciao Maria! Riporto qui un piccolo brano di un testo che troverai sul sito dell’Accademia della Crusca: “L’articolo, invece, come suggerisce Serianni (Italiano, Milano, Garzanti, 2000), si esprime normalmente con le varianti affettive dei singenionimi, ad esempio con babbo, papà, mamma, figliolo, figliola, nonna, nonno; perciò, “la mia mamma”, “il mio papà” oppure “il mio babbo” sono espressioni corrette, usate nella letteratura da autori sia toscani (come Collodi), sia di altre provenienze geografiche (come Verga). Nell’italiano familiare, specie fuori dalla Toscana, sono tuttavia ben saldi i tipi mia mamma e mio papà. ” (link: https://accademiadellacrusca.it/it/consulenza/uso-dellarticolo-e-dellaggettivo-possessivo-coi-nomi-di-parentela/182)
Un abbraccio!