Paolo Borsellino e la strage di via d’Amelio


“La lotta alla mafia dev’essere innanzitutto un movimento culturale che abitui tutti a sentire la bellezza del fresco profumo della libertà che si oppone al puzzo del compromesso morale, dell’indifferenza, della contiguità e quindi della complicità.

(Paolo Borsellino)


Cari lettori e care lettrici,

Oggi è il 31° anniversario della Strage di via D’Amelio, un attentato di stampo terroristico-mafioso avvenuto il 19 luglio del 1992 all’altezza del numero civico 21 di Via D’amelio, Palermo, in cui persero la vita il magistrato Italiano Paolo Borsellino e cinque agenti della sua scorta. Quindi, è un momento di riflessione rispetto all’enorme impatto che questo evento ebbe sulla storia italiana

(Crediti immagine Liberiamo)

Chi era Paolo Borsellino?

Paolo Borsellino era un magistrato italiano (nato il 19 gennaio 1940, Palermo), figura di spicco nella lotta contro la mafia, diventato famoso per il suo impegno e la sua intelligenza investigativa che hanno permesso di smantellare molte organizzazioni criminali, portando avanti processi che condannarono numerosi membri della mafia siciliana, nota anche come Cosa Nostra.

Paolo Borsellino lavorò a stretto contatto con il suo collega e amico Giovanni Falcone, con il quale formò un formidabile duo di magistrati; anche lui, purtroppo, vittima di un attentato terroristico il 23 maggio 1992: l’auto in cui si trovava fu fatta esplodere da una bomba (500 kg di tritolo) mentre viaggiava sull’autostrada tra Palermo e l’aeroporto di Punta Raisi.

Foto iconica dei due magistrati Giovanni Falcone e Paolo Borsellino

Cos’è stato Maxiprocesso

Giovanni Falcone e Paolo Borsellino dettero vita a uno dei più significativi processi giudiziari mai svolti in Italia, conosciuto come Maxiprocesso. Questo importante procedimento legale fu un vero e proprio punto di svolta nella lotta contro la mafia siciliana. Iniziato negli anni ’80, rappresentò un audace tentativo di smantellare l’intera struttura criminale di Cosa Nostra. Con il coraggio e la determinazione che li contraddistinguevano, i due magistrati assunsero il ruolo di pubblici ministeri, mettendo in atto una strategia giudiziaria senza precedenti. Attraverso un’ampia serie di indagini, interrogatori ed elaborazioni di prove, il Maxiprocesso portò alla luce l’incredibile estensione delle attività criminali della mafia siciliana. L’obiettivo era quello di mettere sotto accusa il maggior numero possibile di membri della mafia (per esattezza 475 imputati), svelando le connessioni, gli interessi e le dinamiche di questo potente cartello criminale: dal traffico di droga agli omicidi, dalle estorsioni alla corruzione, tutti gli aspetti del crimine organizzato furono affrontati nel corso del processo. I numerosi imputati, compresi alcuni dei più influenti agenti di potere dell’epoca, si trovarono ad affrontare l’imponente sistema giudiziario guidato da Falcone e Borsellino. Ovviamente, il Maxiprocesso fu caratterizzato da una forte presenza mediatica e da un considerevole interesse pubblico. L’intera nazione era in attesa degli sviluppi del processo, sperando che finalmente la mafia venisse portata davanti alla giustizia.

Imputati dietro alle sbarre durante il Maxiprocesso (immagine dal sito Antimafia duemila)

Come finì il Maxiprocesso?

La sentenza di primo grado (19 ergastoli, complessivi 2.665 anni di reclusione, 11.542.000 lire di multa, 114 assoluzioni) fu pronunciata il 16 dicembre 1987, dopo i 35 giorni di udienza a porte chiuse più lunghe della storia della Repubblica, durante il quale gli otto giudici coinvolti vissero nelle stanze fortificate e blindate adagiate nella parte posteriore dell’aula bunker, senza alcun contatto con il mondo esterno e facendo attenzione a non incrociare nemmeno il personale addetto a fornire loro i pasti. Nel frattempo, i giudici togati scelsero di non tagliarsi mai la barba, forse volendo dimostrare, simbolicamente, il tempo trascorso.

La sentenza d’appello del dicembre 1990 comportò una riduzione delle sanzioni irrogate in primo grado e modificò parzialmente la complessiva ricostruzione circa le responsabilità dei membri della Commissione, pur riconoscendo la verticalità di Cosa nostra. Tuttavia, l’interpretazione dei giudici di secondo grado non convinsero la Corte di Cassazione, che accolse inizialmente il ricorso della Procura generale di Palermo e successivamente (30 gennaio 1992), rendendo definitiva la sentenza della nuova corte d’appello. Essa confermò la sentenza dei giudici di primo grado, ripristinando le pene e riconoscendo i membri della commissione come “mandanti” degli omicidi notevoli.

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Mi chiamo Claudia Lopes e sono un’insegnante esperta, specializzata in italiano come lingua straniera e lingua seconda (L2), totalmente coinvolta nella mia professione. Ho una grande passione per il mio lavoro e mi impegno appieno per rendere le lezioni di italiano non solo interessanti e stimolanti, ma anche coinvolgenti e piacevoli. Utilizzo metodi didattici notevolmente efficaci e materiali didattici moderni e innovativi per rendere l’apprendimento dell’italiano un’esperienza divertente e senza sforzo. Spero vivamente che tu non lasci sfuggire l’opportunità unica di imparare questa meravigliosa lingua in modo efficace e divertente! Sono in grado di offrirti lezioni di italiano completamente personalizzate, perché credo fermamente nell’importanza di adattare il percorso di apprendimento secondo le specifiche esigenze dell’allievo.

Pubblicato da Cláudia Valéria Lopes

Cláudia Valéria Lopes è nata a Rio de Janeiro, Brasile. Nel 2001 si laureò in Lingue straniere (portoghese e italiano) presso l’UFRJ – Universidade Federal do Rio de Janeiro. È traduttrice e insegnante di portoghese e italiano. Ha vissuto in Italia per sette anni, periodo in cui ha potuto approfondire le sue conoscenze della lingua italiana e dare continuità ai suoi studi. Ha lavorato per due anni come lettrice di lingua portoghese (norma brasiliana ed europea) presso l’Università degli Studi di Bari. Dal 2009 vive in Svizzera, dove lavora nel campo dell’e-learning, traduttrice (le sue lingue di lavoro sono: portoghese, italiano, inglese e tedesco) e insegnante di portoghese e italiano. Claudia è fondatrice, amministratrice e redattrice del Blog, della pagina Facebook di Affresco della Lingua Italiana e del canale Youtube. Nel 2021 ha conseguito un master in Didattica della Lingua Italiana come lingua seconda presso l'università E-Campus.

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