Ciao a tutti!
Nel nostro post di oggi, dedicato alla punteggiatura della lingua italiana, studieremo il punto fermo – conosciuto semplicemente come punto -, un segno di interruzione che corrisponde a una pausa lunga e forte.
Nonostante ci siano delle norme fondamentali ben precise, che andrebbero rispettate, l’uso della punteggiatura nella lingua italiana è molto soggettivo: la punteggiatura, in altre parole, fa parte dello stile personale di scrittura.
Il punto fermo è usato:
a) Per concludere una frase di senso compiuto o un periodo:
Ho sete.
Berrò un bel bicchiere di aranciata.
Domani andrò a Caserta a trovare degli amici.
Se tra due frasi o un gruppo di frasi c’è uno stacco molto lungo o se l’argomento è ormai concluso, si va a capo, cioè al principio: sicuramente avete già sentito l’espressione “punto e daccapo/da capo“. In futuro, se volete, possiamo parlare della punteggiatura applicata alla composizione di testi.
b) Nelle abbreviazioni e nelle sigle:
– prof. = professore; dott. = dottore; avv. = avvocato; ing. = ingegnere; ecc. = eccetera; cfr. = confronta; pag. = pagina; vol. = volume; cap. = capitolo; sec. = secolo; a.C. = avanti Cristo; d.C = dopo Cristo; G.U. = Gazzetta Ufficiale; F.S. o nel gergo antico FF.SS. = Ferrovie delle Stato; B.O.T. = Buoni Ordinari del Tesoro; C.O.N.I. = Comitato Olimpico Nazionale Italiano.
Con il passare degli anni, però, una sigla finisce per diventare di uso comune e si tende, soprattutto nella scrittura giornalistica, ad omettere il punto: BOT, CONI.

Alcune espressioni e modi di dire con il vocabolo “punto”:
a) essere un punto interrogativo: essere incerto, imprevedibile, detto di una situazione, un avvenimento futuro o altro che non consentono di fare previsioni attendibili.
b) di punto in bianco: improvvisamente, senza preavviso, in maniera del tutto inaspettata.
c) essere in punto e virgola: essere esageratamente ricercati, formali, osservare in modo pignolo le regole dell’etichetta. Anche nel senso di essere affettati o artificiosi, oppure perfezionisti al massimo.
d) fare il punto: stabilire con esattezza i termini di una situazione, individuarne gli aspetti fondamentali o analizzarla alla luce di nuovi elementi o evoluzioni, per capire in che fase o condizione si trova. Variante: fare il punto della situazione.
e) punto e basta! – esclamazione usata per metter fine a una discussione e simili, imponendo con forza la propria opinione.
f) vincere ai punti: vincere a stento, con un minimo vantaggio sull’avversario.
Arrivederci e buono studio!
Claudia Valeria Lopes
Se il post vi è piaciuto, fatecelo sapere nei commenti!
Bibliografia:
- Cetroni M.R. et alii, Grammaticando. Cercola (Napoli), Loffredo Editore, 1997.
- SABATINI, Francesco, La comunicazione e gli usi della lingua. Bologna, Loescher editore, 1995.
- DARDANO, Maurizio e TRIFONE, Pietro. Parole e Frasi. Bologna, Zanichelli Editore Spa, 1985.
- SERIANI, Luca. Grammatica italiana. Torino, Utet Editore, 1991.
- Dizionario Garzanti, De Mauro e Lo Zingarelli della lingua italiana.
Sono dalla Slovenia e sto studiando l’italiano. L’ articolo mi e’ davvero molto d’aiuto a capire le regole della vostra lingua. In futuro vi prego pubblicare un articolo sul’uso della virgola e sulle doppie lettere.
Se sopra c’e’ qualche errore mi scuso. Ce la sto mettendo tutta pero delvo ancora apprendere molto.
Grazie e buon anno.
Marina
Cara Mariana, mi scuso della risposta in ritardo. Purtroppo, per qualche mese, non ho potuto dedicarmi al blog. Sei stata bravissima nello scrive, hai fatto solo qualche errore sicuramente per distrazione. A breve troverai sul blog un corso completo sui verbi italiani (e non solo), ovviamente sarà un contenuto a pagamento, ma non esagerato!
Un caro saluto!
Claudia